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domenica 30 marzo 2014

Nessun piano oltre a questi.

Non ho un piano.
Ne ho almeno 34 diversi. Intrecciati. Contraddittori. Portano tutti nello stesso posto. O almeno, ci scommetto.
Ad ogni bivio cambio rotta, provo a Sentire nella pancia quale sia la direzione per me.

Se mi azzardo a usare la testa, me ne pento il più delle volte. La coerenza non mi attrae. E spesso mi giudico per questo. A volte però è la paura che sta al timone. Maledetta.
(O benedetta?)
Quando c'è lei, mi guardo intorno, vedo quello che manca e mi sento di fallire.
Tragica, melodrammatica. Quanto mi prendo sul serio a volte? Pure troppo.
Per scegliere la propria Via, forse basta chiudere gli occhi, senza paragonarsi, ai percorsi degli altri o magari ai percorsi ideali?

Nel silenzio si può ascoltare. Dove si va adesso? Cosa mi serve? Cosa desidero? 

Cerco solo di non dimenticare che conta solo COME. Che dove vado non importa a nessuno.
E' COME vivo che ha valore. Per me, e di riflesso per chi condivide i miei percorsi.

Giusto?

Ma a chi lo devo chiedere se lo è, giusto, ciò che scelgo? Non c'è risposta fuori. E' tutto dentro. Qui.
Me lo dimentico ad ogni angolo. Ho la memoria di Dory, la pesciolina di Nemo.

lunedì 17 marzo 2014

Adrenalina road - African Journal DAY 10

(Stai leggendo una pagina di AFRICAN JOURNAL - il diario del mio viaggio in Zambia nel 2012.
Trovi il resto sotto l'etichetta Africa. Sì, qui le cose semplici vanno alla grande.
Se vuoi altre info sull'associazione con cui sono partita, scrivimi, orsù: esplorattrice@gmail.com)

 h 11:06  Chipata ZAMBIA - DAY 10

Bulashu è uno dei villaggi in cui l'associazione ha scavato un pozzo lo scorso anno. Lo stiamo visitando questa mattina. Il pozzo funziona, anche se dal numero di pompate necessario ad attingere l'acqua dobbiamo dedurre che le guarnizioni siano poco efficienti. 

La strada che percorriamo oggi vince il premio ADRENALINA fin qui. Mille milioni di buche. Ma cosa dico buche. Crateri. La jeep procede a fatica. Ma soprattutto.. il guado. Abbiamo da affrontare un guado in un fiume infestato dai coccodrilli.
Va beh non proprio. Ma si prospetta divertente e ci separa - insieme ad altre innumerevoli buche - dal prossimo villaggio in programma per questa giornata di verifica.

Questo è uno dei villaggi più isolati. Perfetto secondo i requisiti che l'associazione cerca di seguire. Ecco perchè siamo venuti a scavare proprio qui, il governo non lo avrebbe mai scelto come prioritario. Eppure ci vivono centinaia di persone.
Il prossimo villaggio è Tawanjala che in cinjanja significa sfuggire dalla fame.   

Uno delle decine di bimbi che ci osservano nella nostra pallida apparenza ha una reazione incontrollata. Scoppia a piangere. Siamo troppo mostruosi. Resta nascosto vicino alla mamma eppure non scappa. Ha questa emozione forte che lo fa singhiozzare dalla paura ma ci fissa curioso e sopraffatto dalla sorpresa insieme.

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