(Stai leggendo una pagina di AFRICAN JOURNAL - il diario del mio viaggio in Zambia nel 2012.
Trovi il resto sotto l'etichetta Africa. Sì, qui le cose semplici vanno alla grande.
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Se vuoi altre info sull'associazione con cui sono partita, scrivimi, orsù: esplorattrice@gmail.com)
h 9:45 Chipata ZAMBIA - DAY 8
Siamo a Kalichero ora. E' la missione che Bambo Francis ha costruito pochi kilometri a est di Chipata.
Non vive più qui da alcuni mesi, i suoi superiori hanno affidato la struttura e la comunità a dei preti zambiani. Oggi si celebra l'ordinazione di altri 5 preti del luogo. Dev'esserci una epidemia di vocazioni.
E' una festa di proporzioni notevoli. Durerà l'intera giornata e sono arrivate centinaia di persone da tutto il circondario. Donne, uomini, bambini, molti di loro indossano abiti piuttosto eleganti. C'è un coro numeroso nelle prime file, un gruppo di musicisti, hanno anche microfoni e amplificazione adeguata. Sembra proprio un maxi concerto.
Siamo curiosi e Bambo Francis ci tiene alla nostra presenza, prendiamo posto ai lati dell'area palco.
Oggi ho messo dei pantaloni coloratissimi, alla turca, si dice così? col cavallo altezza ginocchia. Me li ha fatti, con la tecnica batik, un mio amico senegalese. A me piacciono molto ma non hanno suscitato particolare successo tra i miei compagni di avventura.
Con Corista decidiamo di onorare la moda del luogo e pensiamo di partecipare alla funzione indossando i citenge come gonne, come fanno tutte le donne di qui. Quando nascondo i pantaloni sotto al telo, Bambo Francis commenta: Ecco, brava, copriti.
Pantaloni turchi 0 - Bambo Francis 1.
Non sarò il massimo dell'eleganza ma c'è chi è più stravagante di me. Il premio miglior look da cerimonia africana lo vince la ragazza con la t-shirt degli alpini. Bergamo rules.
Al 49° minuto della stessa musica e degli stessi canti ripetuti a oltranza, cogliamo la palla al balzo: c'è da telefonare a Fox per avere aggiornamenti sugli scavi.
Toh, che peccato, dobbiamo proprio andarcene altrove.
Il momento di gioia per l'opportuna scusa, finisce immediatamente: i lavori sono fermi. Mancano i tubi di acciaio. Quando arrivano? Oggi, dice.
Non so come mai, nessuno gli crede. Ci mettiamo il cuore in pace, fino a domani, non si riparte coi progetti.
Bridge dovrà suggerirci un paio di villaggi dalla sua lista del governo e domani il programma prevede la loro verifica. Sarà domenica, ma avremo una giornata fitta di impegni.
Per oggi invece, siamo intrappolati qui, Bambo Francis presiede la funzione in abito talare + addobbi vari. Abbiamo almeno 4 ore vuote davanti. Ci siamo rifugiati nel soggiorno della missione, per sfuggire alla noia della cerimonia, senza farci troppo notare.
Mi sento un po' in colpa. In puro stile cattolico.
Ieri pomeriggio abbiamo svaligiato un negozio di citenge per rifornire il banchetto dell'associazione e per portare a casa qualche regalo.
Il centro di Chipata non è affatto rilassante, l'atmosfera è poco rassicurante e quando ci siamo persi in macchina per le vie dello "shopping" nessuno di noi si è sentito particolarmente a suo agio.
Stessa sensazione provata ieri sera . Abbiamo accettato l'invito di Bridge ad uscire insieme per bere una birra. Appuntamento dopo cena in un locale della città.
Le strade qui sono completamente buie, la gente in giro radunata in gruppi. Magari è un pregiudizio, non è che abbia controllato ben bene, ma di donne non ne vedo, sono tutti uomini.
Scherzavamo ad alta voce per esorcizzare la tensione. "Ora ci rapiscono e ci fottono documenti, auto etc. Proprio costosa sta serata di baldoria. " Hahaha insomma. Grasse risate.
Ero tesa, anche i ragazzi. Infine siamo però tornati in missione sani e salvi, le nostre ore piccole sono state le 22.
Il locale era un posto del tutto simile ad un locale di periferia in una qualsiasi cittadina.
Tavoli e sedie in plastica, le insegne di bibite e un paio di televisori accesi. Qualche donna c'è ma non osservo intorno come mio solito, non vorrei trovarmi a disagio ulteriormente.
La chiacchierata con Bridge al locale Blue Gums di Chipata non ha riguardato solo i prossimi passi per la realizzazione dei pozzi. Lo abbiamo tartassato di domande, io soprattutto, per confrontare le nostre abitudini di vita.
E' nato nel 1981 è sposato e aspettano il loro primo figlio, sua moglie è incinta di tre mesi. Gli ho fatto domande su laqualunque. Una vera rompiballe.
Tra le cose che mi hanno colpita di più c'è il fatto che non conosce "l'Occidente". Gli ho chiesto quali luoghi gli piacerebbe visitare dell'Europa e non mi sapeva rispondere, mi fa "non so...l'ho studiata a scuola ma non ti saprei dire". Pazzesco, noi abbiamo milioni di riferimenti dei luoghi che rappresentano la nostra storia e cultura.. è davvero la misura della relatività. Lui non sa. E manco gli importa di saperlo.
Siamo simili da tutti i punti di vista ma i punti di riferimento che abbiamo sono proprio molto diversi.
Un altra cosa su cui rifletto è che non hanno i Cinema. Gli unici del Paese sono nella capitale. Se penso quanto della nostra cultura occidentale passa attraverso quello e altri media mi sembra incredibile. Anche le tv sono cosa per elite, ma questo per certi versi lo trovo un bene.
Pranziamo nella veranda, con banane e pomodori acquistati qui fuori, nel mercato. Ci sono un paio di bimbi che ci guardano, offriamo le deliziose bananine anche a loro. Uno di loro è affascinato dai miei capelli. Lisci, chiari. Non resiste e mi tocca la testa con un dito, per sentire l'effetto che fa.
Ora mi alzo per andare a fare qualche foto della cerimonia. Il senso di colpa ha la meglio sulla pigrizia. Gli altri si stanno rilassando, io vado a sfoggiare il mio citenge.
Per completare l'anomala giornata, Corista ed io ci siamo portate lo shampoo. In previsione del "parcheggio" per questa lunga cerimonia ci siamo attrezzate per le necessità impellenti. Lavarsi i capelli la sera sotto la doccia non è cosa fattibile - la portata dell'acqua è troppo scarsa, impiegheremmo troppo tempo a risciaquare le folte chiome.Un bel rubinetto all'aperto e il sole africano sono la soluzione chaffeur del viaggio.
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