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lunedì 4 marzo 2013

Draghi che reclamano i loro cerchietti

C'ho una brutta malattia che si chiama diplomazia.
E con questa rima fake inizio senza vergogna questo post dedicato con slancio a:
I troppi Vaffanculo Trattenuti della mia vita.

Diplomazia è un eufemismo naturalmente.
E' la punta di virtù di un iceberg di pavida e molto deleteria paura del conflitto.

Parliamone.
Ho TANTO bisogno di consigli tra l'altro. E' arrivato il momento di svoltare. 

E' cominciata così.
Scena 1 - Corridoio Asilo - Interno giorno.
Torno al mio armadietto dopo l'ora di ginnastica e il mio cerchietto rosa, il più bel cerchietto che si possa desiderare all'età di 4 anni - primo e ultimo vezzo da signorina di una, di lì a poco, futura maschiaccia - è sparito. Avrei tanto voluto intimare alla maestra di convocare la polizia scientifica ma C.S.I. andrà in onda molto dopo, lei non capirebbe e, triste, taccio.
Scena 2 - Cortile Asilo - Esterno giorno.
Una bambina di un'altra classe, sconosciuta e altezzosa, indossa il MIO cerchietto. Sotto la luce del sole, davanti a tutti.
Io la guardo da lontano, ingoio parolacce che ancora non conosco. Umiliata, taccio.
Due lacrimoni dal gusto amaro sono l'unica reazione e non andranno più lontano della punta delle mie scarpine. Dentro è un tumulto di emozioni ma non so esprimerle.

Era solo l'inizio, porco mondo.

Da allora colleziono una montagna di aneddoti sul triste caso della mia cronica resa davanti al conflitto.
Mi sono rifugiata nell'arte della diplomazia.
A dirla così sembra una scelta orgogliosa.
Certo, lo è. Sono pacifista per autentica fede. Dietro questa bandiera arcobaleno c'è però qualcosa di molto meno consapevole. Molto umano e vero.
Io ho sempre avuto paura di litigare, di offendere. E della mia rabbia, di fare del male. E ancora di più delle conseguenze.
Eccoci.
Ancor più onesta ammetto che la paura primigenia è di perdere la benevolenza altrui,
del chi la fa l'aspetti, della "vendetta".
E scatta automatica la modalità Farsi voler bene da tutti.
E' una buona intenzione. Sono pure carina, biondina. Mi viene facile.
Poco tempo fa ho addirittura frequentato una Formazione in Conciliazione e Mediazione del Conflitto.
Pure. A rimarcare l'indole.

EPPERO'
i draghi devono pur pascolare da qualche parte.

Loro ci sono, vivono nelle cantine del mio essere vitale, e sono draghi giovani o antichi. Inutile negarlo. Io li sento sbuffare zolfo.
Non li lascio sfogare e scalpitano.
Il guaio è che poi vomitano fuoco quando meno me lo aspetto.
E così non mi accorgo nemmeno e allento la catena quando mi trovo in intimità. Al sicuro, mi distraggo.
E' capitato che i draghi si prendessero deleterie mezz'ore d'aria.
Reclamano pericolosamente i loro cerchietti rosa.
Nei paraggi c'è sempre stato chi amavo di più - tra l'altro. (O chi ho potuto dare per scontato? Mioddio)
Genitori, fratelli, fidanzati, amici stretti. Un giro di ustioni per tutti.
Terminata la scorribanda i malvagi draghi sono sempre tornati a nascondersi, in fretta.
So' ragazzi.
Fanno danni, sono vandali ma non certo calamità naturali.
E così ho potuto continuare ad essere un miele con gli sconosciuti, i conoscenti e il prossimo in generale.

Geniale eh. Da brevettare. 
Aiuto.

Sarebbe stato più utile frequentare una Formazione in Vivere Comodi nel Conflitto.
Tanto per compensare, imparare qualcosa che non so.
Credo che ognuno di noi abbia un'intera famiglia di draghi che bivaccano all'ombra delle proprie coltivate virtù.
Aggressività, Rabbia e altre creature selvatiche.
Mi è anche capitato di sognare di mandare affanculo e tramortire di lucide argomentazioni una serie di persone che non ho mai affrontato. Madò che soddisfazione.
Nei sogni sono abilissima nel difendermi, esporre con fermezza ciò che penso, farmi rispettare.
Nella realtà i miei litigi, quando ci sono, sono divisi in tre fasi:
cattive provocazioni - rabbia che mi destabilizza come un terremoto e mi zittisce - lacrime di oblio. Finito.
Pericolosamente pungente prima, incapace di argomentare durante, colta da nebbiosa amnesia sul finire. 
Scacco matto del drago.
Perchè ce l'ha con me dopotutto. Generalmente percorro la retta via della amabile ed elegante diplomazia. Non può che sentirsi rinnegato.

Mi rosicchio anche le unghie - da sempre, per paura di graffiare?
Spesso e volentieri, di notte digrigno i denti così forte da svegliarmi al mattino con un distinto dolore alla mascella. Sono tutti i vaffanculo che trattengo, lo so.

Come si convive con questi draghi non l'ho ancora capito. Non ho intenzione di aspettare che aprano un sindacato e mi facciano il culo.
Le conseguenze sarebbero molto poco ecologiche nell'ecosistema di una biondina educata come me.

Consigli?

P.S. Intanto ho letto VITA DI PI e ho visto il film. Capolavoro, sono rimasta folgorata.
Forse la soluzione è ammaestrare il proprio pericolosissimo drago?

6 commenti:

  1. La vita di PI è un capolavoro, fosse anche solo fatto del finale.
    I draghi si combattono, e si affrontano, se ti rubano il cerchietto non devi per forza riprendertelo picchiando la bambina, ma magari dirle "quello è il mio cerchietto?" genera la tua spada con cui combatti il drago, non devi ucciderlo, ma almeno affrontarlo e fargli scaricare le fiammate. Poi se non ti dovesse ridare il cerchietto, tu almeno hai evitato la sfiammata postuma, se poi te lo ridà, ben venga. In ambedue i casi, hai sconfitto il drago. E quando qualcuno prenderà in mano il tuo cerchietto, delle persone intime, non sfogherai la fiammata, ma dirai "quello è il mio cerchietto" perché oramai lo sai fare.

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    1. hai letto il libro e/o visto il film?

      Il drago che devo imparare a gestire è una parte di me, non tanto chi mi offende o mi manca di rispetto.
      Quando vivo una situazione di conflitto e non la affronto, reprimo rabbia e ingoio le parole che vorrei aver la forza di comunicare - come feci davanti alla ladra del cerchietto - ebbene,
      quella umiliazione è il cibo che sfama il mio drago.
      L'aggressività che non esprimo nel momento in cui si genera, è cibo per il mio drago sputafiamme/rabbia repressa. E'questa parte di me che poi fa danni, fiammate incontrollate.

      In ogni caso ora, come esercizio, ripeterò ad alta voce, con intensità modulata la frase: "Quello è il mio cerchietto". Sarà una formula magica potentissima che indebolirà il mio drago.
      Se si incazza non dirò che sei stato tu a suggerirmi la formula. Vai trà.

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  2. Consigli non posso dartene, perché hai perfettamente descritto il modo in cui mi sento io...

    Represso fondamentalmente. Stesse fantasie, stessi pensieri...stesso maledetto dolore alla mascella anche mentre sono sveglio. Le unghie...

    Che dirti? C'è qualcuno che si sente come te al mondo, forse saperlo potrebbe aiutarti...

    Un abbraccio.
    Fabio...

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    Risposte
    1. Grazie Fabio, ammetterlo non è semplice.
      Certo non siamo solo noi a convivere malamente con la nostra parte drago.
      Reprimere le emozioni negative è qualcosa che ci viene insegnato fin da bimbi, è così per tutti. Ha un suo senso civile e sociale, ci mancherebbe.
      Quello che non viene insegnato è come conoscere l'aggressività, viverla in modo da non fare male agli altri e a se stessi....
      non può essere negata.. è energia vitale.
      Penso alle soluzioni del corpo, all'uso del respiro.. Fare sport è una soluzione banale? si può sfiancare il drago a pugni contro un sacco? potrebbe essere un inizio..

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  3. Io fino a poco tempo fa ero la regina della diplomazia. Ma talmente diplomatica che ottenevo sempre l'esatto contrario di quello che volevo, per paura di essere scortese con il mio interlocutore. Non ti dico le prese per il sedere delle mie amiche.
    Poi però mi sono accorta che non mi faceva tanto bene alla salute, e la paura che mi bloccava di dire le cose si stava rivoltando contro di me. Allora ho preso il coraggio a due mani e ho iniziato a dire le cose. E a essere anche un po'stronza. All'inizio, quando stavo per parlare, mi tremavano le gambe e mi sembrava che la spina dorsale non riuscisse più a sorreggermi. Poi ho scoperto che, parlando chiaro, stavo così bene, ero così leggera, che fanculo la diplomazia, benvenuto mio benessere interiore. Che poi sfocia anche nell'esteriore.
    Prima ho cominciato all'interno di lavori di gruppo: cazzarola, ne andava del risultato collettivo, bisognava che dicessi quello che andava detto, o mandavo a puttane il lavoro di tutti. E poi sono passata più sul personale. Non che sia una capionessa di limpidezza, per carità, a volte la mia diplomazia bacata riemerge prepotentemente. Però sono molto migliorata

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  4. Si Può Faaaaree?! (cit.)

    ;)
    Respect.
    Ultimamente sono così poco allenata a essere diretta e talmente nervosa, che rischio di elencare a nastro gli insulti accumulati nei secoli, appena apro bocca.
    E' ora di intervenire.
    SI APRE OGGI L'OPERAZIONE "Quello è il mio cerchietto".

    Miglioro a vista d'occhio, me lo sento.

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