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sabato 5 ottobre 2013

Una specie di Natale Zambiano - African Journal DAY 7

(Stai leggendo una pagina di AFRICAN JOURNAL - il diario del mio viaggio in Zambia nel 2012.
Trovi il resto sotto l'etichetta Africa. Sì, qui le cose semplici vanno alla grande.
Se vuoi altre info sull'associazione con cui sono partita, scrivimi, orsù: esplorattrice@gmail.com)

 h 7:00  Chipata ZAMBIA - DAY 7

 

Il Malarone e i suoi incubi: stanotte ho sognato che dovevo andare in scena con uno spettacolo insieme ad una attrice che conosco, una donna che ha 20 anni di esperienza, che stimo.
Non avevamo fatto prove, deciso nulla, il Gnente assoluto, solo una mezza lettura - della quale non avevo alcun ricordo.
Era il giorno della prima, io arrivavo lì e non sapevo manco il titolo dello spettacolo. Cercavo di farlo notare a lei, ma non mi ascoltava, era impegnata, si scaldava la voce, si preparava. Chissà per cosa?  Mi sono svegliata prima di uscire dalla quinta, sotto le luci del palcoscenico, la platea gremita. Tachicardia e sudore diffuso.

Metafora interessante.

La profilassi antimalarica mi sta un attimino disturbando le nottate, si aggrappa all'inconscio e lo sceckera come una caipirinja. C'era proprio scritto negli effetti collaterali: incubi. 
Ah confermo parecchio. 
Manca solo un incubo sull'esame di maturità, uno sulla guerra nucleare e uno sull'invasione delle cavallette albine e siamo al completo con le turbe notturne da manuale.

Per il resto, continuo a sentirmi un po' confusa, non provo malessere fisico, non ho avuto sintomi particolari ma noto persistere un curioso senso di Presente mentale. Sensi attivi e calma neuronale. Che mi piace parecchio in realtà, ma quando si tratta di analizzare, soppesare, pianificare mi sento proprio poco brillante ecco.

h 15:00

Siamo nell'ufficio di Risola e Mennea. 
I ragazzi stanno giocando una partita di calcio contro un tot di temibili preadolescenti americani. Gli piace vincere facile diciamo. Fiatone permettendo. 
Sono i figli di colleghi dei nostri due amici, impegnati in organizzazioni umanitarie internazionali che operano in città.

Il pranzo con la deliziosa pizza preparata col forno professionale di Risola è stato il giusto premio di una mattinata molto produttiva. I crackerini poi... sembrano chips .. tipo pane carasau, assai conditi e croccanti. Una droga. 

Ciao, sono Olivia e non mangio i crakerini di Risola da due ore.

Ma solo perchè sono finiti.

Pizze&co. sono spariti nelle nostre fauci affamate, ben prima di toccare il tavolo. 
Anni fa Risola gestiva una pizzeria vera e propria, conosciuta in tutto il paese, si nota ancora l'insegna sbiadita, dipinta sul muro di recinzione che dà sulla strada. 

Stamattina il pozzo previsto a WAFA è stato scavato nei pressi del grande mango tree che custodisce il villaggio.


Bambini, anziani e molti dei giovani del villaggio hanno osservato l'arrivo dell'escavatore e i successivi lavori con attenzione ed eccitazione. Noi ci siamo mimetizzati, evidentemente con poco successo, nel pubblico disposto ad anfiteatro. 
Poco lontano c'erano le donne, coi bimbi più piccoli, impegnate nei lavori quotidiani. Talvolta le vedevi cantare e ballare. Ringraziare gioiose per quel giorno speciale.

E poi colpo di scena.

Il terzo pozzo è già in corso d'opera nel villaggio limitrofo di KACHEWERE. 
La loro application è arrivata nelle mani rugose di Bambo Francis proprio mentre stamattina veniva realizzato il pozzo di Wafa. 


Un'ora dopo eravamo nel "giardino" del capovillaggio di Kachewere, accompagnati da mezzo villaggio, a definire lo scavo. Un'altra mezz'ora dopo, il rabdomante ha trovato la vena d'acqua nel posto adatto. I ragazzi, alcuni bimbi, hanno bruciato con maestria le sterpaglie intorno, per consentire i lavori.


Che giornata pazzesca per loro.. sarebbe come vedere Babbo Natale arrivare dai vicini, portargli una letterina scritta in 5 minuti in cui si chiede un elicottero fucsia pilotato da Obama, e vederselo parcheggiare in cortile mezz'ora dopo. 

I due villaggi sono separati da pochi centinaia di metri di savana, uno poco più a valle dell'altro. Abbiamo raggiunto il secondo a piedi, ci hanno indirizzati subito all'abitazione del capovillaggio, un uomo piuttosto anziano, con la barba corta e bianca. 
Ha una casa di mattoni d'argilla cotti al sole, con molte piante verdi intorno. Ci hanno portato delle sedie di legno in segno di accoglienza, e si è formato in pochi istanti un cerchio di persone ad assistere all'incontro.
Poco dopo una donna anziana, con un cellulare appeso al collo, forse la moglie del capovillaggio, è arrivata con una bacinella di acqua scura e torbida. Ce l'ha mostrata e ci ha spiegato che la recuperano da una pozza fangosa poco distante. 
Basta vederla per rendersi conto che l'emergenza qui è grande. Se la annusi poi, ti chiedi come sia possibile berla.
Anche Bridge, presente all'incontro, ha convenuto con noi l'urgenza dell'intervento.

Bingo per Kachewere. Detto, fatto. Siamo già qui a fianco con l'escavatore, facciamo subito il lavoro.


Facciamo che il Babbo Natale di questo territorio si chiama Bambo Francis e che i doni li portiamo noi, direttamente dalla cassa italiana dell'associazione. Succede ad agosto, che è il loro inverno. Un Natale zambiano diciamo.
Sono doni limpidi, preziosi. Semplici ed essenziali.
Oro blu. Acqua.

Niente male, mi pare. Fare i piccoli aiutanti del Babbo Natale Zambiano non è niente male.


6 commenti:

  1. Dev'essere stata proprio una grande esperienza di vita.. mi emoziono anche solo leggendo :) le foto poi sono qualcosa di meraviglioso!

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    1. Parecchio grande si ;) indimenticabile e intensa.. Parole e immagini provano a raccontarne almeno una minima parte. Grazie a te che leggi!

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  2. quanta soddisfazione dovete aver provato... davvero bello!

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    1. è molto più grande di quanto possano esprimere le parole :)

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  3. Cara Olivia, leggendo le pagine del tuo diario africano non posso fare a meno di rivivere parte del mio...emozioni, sensazioni e perfino profumi, che con le tue foto riesci a tirarmi fuori dai cassetti della memoria. Bellissimo. :-)

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    1. a volte riguardo le foto.. mica tutte, sono migliaia (!!!).. e mi perdo per ore tra i ricordi e i dettagli.. sono una memoria preziosa.. gli scatti mal riusciti sono pochi, giusto quelli sfocati o tagliati.. per il resto, più della bravura conta... la BELLEZZA.. e laggiù, nonostante semplicità e mancanze, talvolta dolorose, la bellezza è autentica e maestosa.. ovunque si volga lo sguardo..

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