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venerdì 8 novembre 2013

No ma stavolta la reflex non la porto - Hipstamatic London

Sul biglietto di auguri per Plettro avevo scritto la romanticheria maxima

MAI TI E' DATO UN DESIDERIO SENZA CHE TI SIA DATA
ANCHE LA POSSIBILITA' DI REALIZZARLO

e sapevo di fargli IL regalo. Definitivo. 
Quello da sbrodolarsi in ringraziamenti 4ever and ever.
Tickets per l'agognato concerto @ Wembley Arena del suo artista preferito - che mai e poi mai verrà in Italia, sapevatelo - con tanto di trasfertona in London in compagnia di banda di amici similmente appassionati, sottoscritta ovviamente inclusa.
Trasfertona includente anche il nostro plurianniversario. Strike, proprio.
L'artista è il venerabile John Mayer. Emerito sconosciuto ai più nella penisola italica, strafamoso negli stati uniti del ketchup e in nord europa, vuoi per talento indiscusso, vuoi per le molte fidanzate da rotocalco.
Da lustri ne consumiamo con letizia i cd, rigorosamente acquistati con tanto di prenotazione in anteprima all'uscita over the world. A casa nostra non si ascolta altro. In macchina altrettanto.
Scoprilo se non lo conosci e pubblicizzalo, sia mai che ci scappi in futuro una sua data a meno di millemila kilometri da casa.

Anche se.
La trasfertona in London non è che dispiaccia troppo eh.

Appartamentino per 6, carino e discretamente pulito, nel quartiere Shoreditch, veryveramente cool, più cool di quanto potessi mai aspettarmi, mooolto consigliato, per noi posizione strategica tra aeroporto lowcost, centro e zona wembley.  
Gruppo di amici precedentemente collaudato nella savana zambiana. Nella prova metropoli pertanto non temo sorprese.
Sono partita dichiarando ai quattro venti: No. Tranquilli, la reflex non la porto
Hanno riso anche loro. Amici e vènti, in coro. Poichè la leggenda che io non abbia visto un solo pezzo di Africa senza il filtro dell'obiettivo della mia reflex, ha fondatissime radici. 

Come tradizione vuole, sono riuscita comunque a scattare diverse centinaia di foto.  
Col cell. App hipstamatic inserita. Filtri e pellicole random. 
E' grave? 
Soffro di fotografite compulsiva. Ne ho sintomi imbarazzanti. Fotografo laqualunque. Quantunque, perdunque.
Ordunque.
Londra si presta. Circostanze aggravanti. E sono riluttante alle cure.

Abbiamo tre giorni e scarpe comode. Il nostro minitour propone alcuni personali must:

Camden Market - che sarà pure tra i luoghi più turistici ma ha una atmosfera unica, ci passerei giornate intere. Consiglio di portarsi i soldi contati. E' un luogo di perdizione.






Faccenda simile per Soho. Sarà perchè è centrale, aggiungici poi che Denmark street è a due passi e Plettro qui ci passerebbe invece settimane intere - ebbene ci si perde tra le sue strade con una certa soddisfazione.

Pranzare ad Hyde Park al Serpentine Bar&Kitchen è rigenerante, non so cosa darei per avere un posto così vicino casa. E per la colazione mi segno l'indirizzo del Maison 3 Garcons Cafè : splendida scoperta a due passi dall'appartamento. Altra sosta che ci ristora pienamente dopo il labirinto del Camden Market è  The Blues Kitchen, coi suoi paninozzi magnifici.
In zona Soho optiamo invece per un più economico burrito messicano al Chipotle. Il peso specifico si avvicina a quello del piombo ma è molto gustoso. La digestione richiede una marcia di numerosi kilometri e in questa città è prassi comune.
Dovunque mi giri c'è qualche stranezza, bellezza, fuggevolezza.
Nello scatto qui sotto, mi ritraggo nel riflesso di una vetrina con Plettro che scatta a sua volta per evitare l'immortalità da bimbaminkia.
Compulsiva e vanesia. Contagiosa, si teme.
Lo scatto più sotto invece, lo intitolerò Riflesso di luna piena in vetrina. Non me ne voglia l'omino brullo col cappuccino, è stato impossibile trattenermi.
Indiscutibilmente Southbank vince. Se proprio devo scegliere è il mio Londonposto preferito. Però col sole - se devo esprimere per bene un desiderio. Ed ecco svelato come mai non penso potrei mai vivere a questa latitudine.  
Impreziosisce il nostro già denso weekend, una serata teatrale a dir poco sui generis
Questa va raccontata per benino.
Lode e tripudio per Punckdrunk compagnia di artisti eccezionali. Avercene.
Io e Plettro, che eravamo stati a Londra solo pochi mesi fa, avevamo scoperto grazie agli amici inglesi che ci ospitavano, questa cosa fantastica: uno spettacolo che è in realtà un viaggio personale dentro un palazzo reso interamente palcoscenico di una storia "puzzle". 
Che detto così. 
Si lo so, non si capisce un tubazzo. 
Ci riprovo:
immaginati di entrare in un palazzo di 4 piani, indossando una maschera modello eyeswideshut.   
Nel labirinto di stanze, saloni, boschi (!), piazze, chiese (!) che attraversi ci incontri personaggi - gli unici senza maschera - che fanno cose
Ne segui uno, poi un altro, non c'è un ordine prestabilito. Ti perdi.
Dopo due ore abbondanti, hai macinato dei kilometri senza nemmeno accorgertene, seguendo di volta in volta cowboy, trans, aspiranti attrici, impresari inquietanti e altri soggetti affascinanti. 

Alla fine esci ammaliato da questi attori e danzatori straordinari, con i pezzi di una storia che ti si infilerà nei sogni e della quale DEVI sapere di più. 
Fuori ti confronti con gli altri amici, che hai rigorosamente smarrito nel palazzo, e ti rendi conto che eravate centinaia lì dentro ed ognuno ha visto una storia diversa, fatta di decine e decine di scene.
Ci farei l'abbonamento. Veri geni del markerting direi.

Abbiamo contagiato i nostri compagni di viaggio con l'entusiasmo che ci ha lasciato l'esperienza di The Drowned Man: A Hollywod fable. Siamo tornati a rivedere questo spettacolo pazzesco. 
A sto giro ad alcuni di noi è pure capitata l'esperienza Top. 
Ecco la mia: uno degli attori che stavo seguendo ad un certo punto mi lascia un bigliettino tra le mani Do you want to know your true self? Join us. 
Ma che davero davero?, subito ti seguo.
Bene, questo tizio di lì a poco non fa in modo di trovarsi da solo con me in un set/camerino e mi chiude la porta a chiave?!? Diodellecittà. 
Ecco, ora sono in balia dell'inquietante trans che si è appena fatto il barista del saloon e finirò a pezzi in una delle valigie di scena. 
Mi toglie la maschera. 
Se mi avesse fatto una visita ginecologica mi sarei sentita meno nuda. 
Mi racconta una serie di cose, mi fa sedere in un angolino nascosto della stanza, ho il cervello in subbuglio, capisco un terzo di quello che dice. Sono troppo impegnata a ripetermi come un mantra:
E' una scena. Tranquilla. 
Questo è bravo a farmi agitare. Racconta a volume -3 tutta una roba ipnotica che parla di verità, apparenza, menzogna. Mi sta a 7 cm dalla faccia. Prende delle gocce. Me le offre come un rituale. Ci mancava l'avvelenamento. Sanno di alcool, magari sono fiori di Bach? Si vedrà mica che sono un po' tesa?
Mi lascia una specie di disegno, una macchia di inchiostro che sembra una farfalla, mi rimette la
maschera e usciamo dallo stanzino. 

Ecco, non lo consiglio ai cardiopatici.

Anche Plettro mi racconterà di essersi ritrovato solo con una delle attrici.. che gli ha dato anche un bacio sul collo. Te possino.
Ci devo ritornare, tenendomi alla larga dal trans, per dirne un paio a 'sta qui che mi seduce il fidanzato mascherato.

Londra è sempre garanzia di intense emozioni.

Infine il lungamente desiderato concerto è stato a dir poco splendido, Plettro mi ha confezionato un abitino di GRAZIE su misura che indosserò tutti i giorni del mio NonCompleanno. 
Non credo di averlo mai visto così entusiasta per un regalo. Sono decisamente fiera. 



2 commenti:

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