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domenica 12 gennaio 2014

Perle nella savana - African Journal DAY 9

(Stai leggendo una pagina di AFRICAN JOURNAL - il diario del mio viaggio in Zambia nel 2012.
Trovi il resto sotto l'etichetta Africa. Sì, qui le cose semplici vanno alla grande.
Se vuoi altre info sull'associazione con cui sono partita, scrivimi, orsù: esplorattrice@gmail.com)

 h 9:56  Chipata ZAMBIA - DAY 9



Siamo in viaggio con Bridge, visiteremo i primi due villaggi nella lista da lui redatta per il governo.
Nel primo abbiamo visto un pozzo a mano, di quelli col secchio e la corda per intenderci, profondo poco più di 10 metri. Rimane a secco per un paio di mesi l'anno,  e la cosa non è un dettaglio.

Stamattina si è discusso del programma per i prossimi giorni.
C'è la possibile opzione di rinunciare al trasferimento a Mpangwe, dal momento che la maggior parte dei lavori si svolge nei dintorni di Chipata e la nostra presenza è necessaria.
Tuttavia la prospettiva di dormire a Kalichero non ci entusiasma (soprattutto a noi femminucce delicatucce): abbiamo constatato che la missione è ben più sporca e spartana di quella che ci ha ospitato fin'ora, e un unico bagno da condividere con tutti gli ospiti è la ciliegina su una torta ben poco allettante (ma pure tra i maschietti non c'è tutto sto entusiasmo eh).
Infine, topi e ragni coi quali dovremmo dividere la stanza ci fanno rabbrividire, e Piedone e il Nordico che hanno vissuto lì durante la spedizione dello scorso anno, ne fanno racconti dettagliati. Mortacci loro.



h 10:20

Il secondo villaggio che ora visitiamo con Bridge è ad una buona mezz'ora di jeep - direzione Mpangwe.
Qui troviamo un pozzo che è recentemente collassato perchè sprovvisto dei tubi blu, quelli in plastica che circondano la tubatura in metallo, proprio al fine di proteggere lo scavo da crolli del terreno circostante. Stiamo imparando molto sulla tecnica di costruzione, almeno in linea teorica.
E ciò che stiamo imparando inoltre è a non fidarci della manodopera locale.
Il timore che anche i nostri pozzi, i pochi che sono stati ultimati senza la nostra supervisione, abbiano enormi difetti come questo, per incuria o furbizia degli operai - mi spaventa non poco. 
Fidarsi è una ingenuità, pare.
La gente del villaggio ci ha chiesto quando torneremo. Piedone che ormai conosce parecchie parole in Cynynja ha risposto "Quando Dio vorrà" ridendo con loro. Umorismo zambiano. (nzomma).

Ieri sera abbiamo fatto il bucato con la lavatrice della missione. In fase di centrifuga stava per decollare come uno shuttle. Ora speriamo solo che i cani non abbiano fatto colazione con le nostre mutande appese in cortile.
Ritorniamo in missione perchè ci tocca la messa domenicale. 

Manca il sole oggi, le nuvole coprono il cielo e come ieri è una condizione che mi ricorda che qui è decisamente inverno: c'è un venticello freddo che proprio non mi aspettavo.
Tuttavia la temperatura mite è stata la nostra unica salvezza nel match calcistico che si è disputato ieri pomeriggio, nel campo dell'ufficio di Mennea.
La consueta partita di calcio del sabato tra la squadra mezza italiana VS la squadra zambiana è finita 6 pari.  
Ha rischiato di venire sospesa al 2° minuto di gioco per "serpente in campo". Ma che davero davero? Il rettile è stato lapidato entro il 4° minuto dai nostri avversari, divertiti ed eccitati dall'inconveniente. Haha. Proprio uno spasso. Tenera bestiola, si si.
Se non fosse stata dilaniata a colpi di pietre, oppoverina, avrei avuto pronto il mio piano di emergenza: mettermi a correre nella direzione opposta, come se non ci fosse un domani. Mi avrebbero ritrovata in Mozambico suppongo. Prima che me ne rendessi conto tuttavia la strisciante minaccia era già finita nel paradiso dei serpentelli. Un minuto di silenzio per la sfortunata. 
La dura legge della foresta, già.

Da Mennea abbiamo conosciuto due ragazzi milanesi loro ospiti, Biondolo e Magretta. E' una coppietta di universitari, faranno volontariato qui per un mesetto.



Abbiamo calzato i ritmi africani senza troppo sforzo. Sveglia al mattino alle 6:30 (anche se potrei continuare a dormire fino a mezzogiorno pure qui - lo ammetto) e nanna verso le 21:30. Talvolta resto sveglia a leggere o scrivere anche oltre, ma di ben poco. Sembra che la notte africana sia stregata. Crollo come in coma e mi sparo delle dormite colossali.
Più del solito, intendo.

Il cibo è semplice e buonissimo. Assaporo ogni cosa come fosse la prima volta che la assaggio. E i sapori lo sono nuovi e intensi. Qui ho scoperto che gusto ha il pomodoro. Giuro. Son cose.

Ogni, davvero OGNI, volta che entro in un nuovo villaggio nella savana provo pura meraviglia, spalanco la bocca come una bambina. 

Penso poco a casa e sempre con amore. Quasi zero al lavoro.

Il malarone mi fa sognare moltissimo anche se al mattino dimentico tutto e non ho più fatto incubi. 

La meditazione sta procedendo alla grande direi. Qui è davvero facile restare PRESENTI.

Siamo davvero Occupati, e questo aiuta, forse. Ogni piano cambia. Improvvisamente. Ed è una regola. Reagire con ansia agli imprevisti non è una modalità africana, lo abbiamo già imparato. 
Forse basta avere i piedi coperti di polvere rossa per disattivare la funzione ANSIA? Ne porterò a casa qualche kilo, nel dubbio.

La cosa più pericolosa qui, sono le strade. Guidano tutti come pazzi, non ci sono protezioni, nè corsie di emergenza. Mucche, capre, pedoni possono attraversare la strada da un momento all'altro.

La sporcizia e le malattie sono ovunque. Adottiamo tutte le precauzioni possibili. 
Consumo le scorte di salviettine umidificate dopo ogni giro di strette di mano nei villaggi, ma non mi sognerei mai di rifiutare il saluto a qualcuno. Sento tossire i bimbi, spesso, tutto intorno a noi, e nessuno ha insegnato loro a mettere una mano davanti alla bocca. Non possiamo farci nulla. 
Cerco di pensarci il meno possibile.

h 15:39

" Se due villaggi si contendono un solo pozzo litigano. Fanno come Pieranica e Quintano"
Bambo Francis

h 21:10 

Siamo da poco rientrati dalla cena a casa di Risola e Mennea. Stare da loro è come tornare in Italia per alcune ore. Abbiamo diviso la tavola anche coi due ragazzi milanesi e ci hanno poi raggiunte anche una donna olandese che lavora per la Caritas e una donna indiana, altre loro ospiti. Quest'ultima mi ha stuzzicata non poco, raccontandomi delle meravigliose cascate Vittoria, che ha visitate prima di raggiungere Chipata, maledetta.
Quanto vorrei andarci, sarà dura riuscirci.

Abbiamo davvero riso come pazzi a tavola. Buona fetta del divertimento riguarda un tema in particolare: il fatto che magno come un ippopotamo. Pare che esista un film dal titolo "IO STO CON OLIVIA" e che agli ippopotami piaccia un casino. 
Quando poi mi hanno chiesto del mio lavoro e Piedone ha risposto che ho doppiato Bud Spencer nelle scene in cui mangia, beh ho riso veramente fino alle lacrime. 

Ogni volta che mi chiedono che lavoro faccio mi suona davvero strano rispondere Attrice - mi sembra quasi impossibile. E mi imbarazzo quando mi chiedono di parlarne, vorrei capire l'origine di questa cosa. Spesso mi sminuisco.
Vorrei parlarne a Plettro ma in questi giorni non è possibile. E' completamente immerso in una faccenda che si chiama Cameratismo Maschile. Roba da 13enni mi pare. Mi coccola ogni tanto ma si allontana dai suoi nuovi amichetti per 36 secondi al massimo. Santa pazienza.
Lo vedo molto felice. Meno paranoico. Più rilassato, coinvolto. Anche mister ipocondria è stato messo al bando. Sono così contenta di vederlo così. 
Le mie psicoconfidenze aspetteranno.

La mia compagna di suite, al momento, sta parlando da sola mentre si prepara ad infilarsi nel letto, sotto la zanzariera. Pensa ad alta voce e l'apice del suo monologo è la citazione della madre di un ragazzino meridionale che frequentava i giardinetti di Romano di Lombardia, alcuni lustri addietro:
Zimone, non fare la docc' perchè prendi la scoss'
Declama a gran voce tale memorabile consiglio e nel mentre, sta caricando la sua torcia a manovella.
La responsabilità del suo eccentrico coricamento sarebbe da imputarsi al caffè.
E' un vero spasso.


Oggi è stata una lungherrima giornata:
dopo aver visitato i villaggi segnalati da Bridge, abbiamo presenziato alla messa che Padre TemèRughet ha tenuto nella Chapel della missione (lo stanzone qui a fianco alla nostra suite). Eravamo una ventina, tutti italiani: gli ospiti della missione, Mennea, Risola e i loro figli + ospiti. 
Averla iniziata col Cantico delle Creature mi ha commosso. Senza farmi beccare, ho lasciato scorrere un paio di lacrimoni. C'ho tutto un mio perchè, quella canzone ha una storia nella mia vita. 
I miei compagni di avventura invece erano tutti molto meno "presenti" alla cerimonia. 
La canzone e l'atmosfera informale della cerimonia mi han riportato alla memoria pezzi di infanzia: un improvviso cocktail di emozioni forti. Per almeno un paio di altri momenti ho dovuto ricacciare altri lacrimoni giù giù, da dove arrivavano. 
Ma poi, alè, ho pensato che all'incirca nello stesso momento, nell'ospedale geriatrico della mia cittadina, nel quale è ricoverato papà, lui e la mamma probabilmente stanno seguendo anch'essi una messa simile a questa. Va beh, altro che due lacrimoni, mo'.
Non vado a messa da secoli, capita solo in occasione di cerimonie, ma quando ci sono beh, partecipo. Ascolto, prego. Lo considero una forma di rispetto per coloro - pochi - fanno altrettanto in quel luogo e momento. E poi mi interessa. 
Mai come nell'ultimo periodo, la spiritualità è diventata un tema centrale nella mia esistenza. 
La preghiera cristiana poi è qualcosa che mi lega alle mie origini, a mia madre in particolare, che è da sempre molto credente e praticante. E' un legame viscerale, mio malgrado, non posso negarlo.
Per un lungo periodo mi sono sentita infastidita dalla sola idea di ascoltare quelle formule ripetute quasi senza cognizione - imparate a memoria senza capirle. Ma quel periodo è finito.
Ecco, non c'è pericolo che voglia farmi suora, nè credo mi verrà in mente di frequentare alcuna chiesa prossimamente, solo riconosco che le radici che mi legano alla mia famiglia/Terra si sono nutrite anche di quell'acqua. 

Durante la messa comunque la mia commossa concentrazione purtroppo è andata irrimediabilmente persa a causa di un inspiegabile quanto ingestibile momento.
Ho visto cose che voi umani.
Padre TemèRughet ha pronunciato - non si sa come nè perchè - "Golden Shower" che è uno dei tormentoni goliardici della vacanza - andeddoto tratto da un improbabile sogno/incubo raccontato alla partenza da Cuggi.
Chissà cosa diavolo pensava significasse, per aver infilato il termine nella sua predica. Abbiamo sgranato gli occhi, guardandoci interrogativamente tra noi. L'ha detto? L'ha veramente detto?
Per un pelo non siamo scoppiati tutti, contemporaneamente, in una fragorosa risata. Credo che ognuno abbia poi pensato alle più atroci miserie della propria vita per riuscire a non farlo. Momenti indimenticabili.

Nel pomeriggio - dopo un pranzo con ottima pasta al ragù condivisa con tutti i partecipanti alla messa - siamo andati a Mpangwe a prendere la seconda automobile, necessaria per la gita al Parco South Luangwa, in programma martedi.
Prima però, io e Corista siamo riuscite a lavarci i capelli mentre gli altri finivano il pranzo. Per un pelo abbiamo rischiato ci lasciassero in missione. Mentre correvamo verso la macchina in partenza, Bambo Francis ci ha detto " Dai state qui ad asciugarvi i capelli, da brave". Pungente. Siamo proprio il bersaglio preferito per tutti..

Lungo la strada abbiamo potuto visitare due dei 3 pozzi scavati dal primo gruppo.
In uno dei villaggi aspettano noi per l'inaugurazione. Pare che da una settimana il pozzo avrebbe già potuto essere utilizzabile ma stanno aspettando di festeggiare con noi AZUNGU per ringraziarci.
Pensa te. Questi riti profumano di rispetto e sacralità, ci appaiono quasi magici.

Corista mi comunica che ha voglia di acciughe in questo momento. Doveva essere un caffè corretto.
Quante perle quest'oggi. Perle di savana.

L'inaugurazione è stata fissata per giovedi intorno alle 12.
Per onorare questo momento e senza troppo sforzo abbiamo così deciso di soggiornare a Mpangwe per alcuni giorni. I ratti di Kalichero dovranno rosicchiare i talloni di qualche altro ospite, olè.
La missione è assai più carina, immersa nel silenzio delle colline a 1200 metri di questo altopiano - altopiano sì! ecco perchè fin dal primo istante l'aria mi sembrava quella di montagna! - e nel cortile ci sono anche tre micetti affettuosi. Pertanto zero ratti per ovvi motivi. Ri-Olè.



Chissà se il programma cambierà nuovamente. E' cosa assai probabile ma al momento l'orizzonte è questo.

Ci siamo attardati a Mpangwe e abbiamo viaggiato verso Chipata al tramonto.
La strada all'imbrunire è terribile. Seriamente pericolosa.
Il Nordico era alla guida, quando ha calcolato male un sorpasso e per un interminabile istante ci siamo attardati sull'altra corsia, su una curva non prevista, e abbiamo intravisto un mezzo arrivare a manetta verso di noi - beh, credo di aver perso 10 anni di vita, benedettal'africa.
Spero MAI PIU'.
A tavola poi, prima di cominciare a saziarmi, ero silenziosa, non solo per la fame ma anche perchè mi è davvero salito un panico notevole negli ultimi kilometri in notturna. Ho avuto la sensazione che persino Bambo Francis si fosse spaventato un po', lo ha anche accennato poi, scendendo dall'auto " E' stato un viaggio agitato". A dir poco.
Povero Nordico, non l'ho invidiato nemmeno un po', è arrivato davvero stanco.

Domani Fox riprenderà gli scavi come promesso? E' anche festa nazionale, la vedo proprio dura... ma restiamo ottimisti, mancano poche ore e lo scopriremo.

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