Come si fa a non metterlo nella lista dei viaggi urgenti?!
E così il mio novello anno è cominciato proprio da qui: Cappadocia prima e Istanbul poi.
Esperienza incantata.
La Cappadocia esiste. Non è come Narnia o Mordor. E' sulle mappe di questo universo.
Lo so, è stata una sorpresa anche per me.
Quando ne ho verificato la presenza sul mappamondo (di plastica, gonfiabile - è nella mia cameretta a casa dei miei) e google mi ha proposto quelle immagini lunari costellate di mongolfiere come nelle favole, ho prenotato il viaggio con un mucchio di aspettative. Più che soddisfatte, ti dirò.
Siamo partiti il primo giorno dell'anno, noi 4 ciòvani avventurieri. Abbiamo trovato del discreto freddo ma si è avuto del proverbiale "culfortuno" con il meteo, considerata la stagione: nemmeno una pioggerellina nè tantomeno neve.
Per una volta non ero sono stata io la referente delle varie prenotazioni. Relax totale, anche mentale.
Portatemi in vacanza, forza. Non opporrò resistenza.
Che paesaggi, gente. Natura strabiliante.
Cosa sono sti Camini delle Fate? me lo son chiesto anch'io.
No, non cammmini. Camini, con una sola emme, perchè hanno la forma di pennacchi. Alcuni sembrano anche altro eh, diciamocelo, inutile negarlo.
Tipo degli enormi schwanzstuck, come direbbe la Inga di Frankenstein Junior.
Molto bene.
Tanto che una delle valli, quella che proprio sembra una coltivazione di protesi ad uso di Rocco Siffredi si chiama Love Valley. Romanticismo turco.
Avrebbero potuto chiamarli il Parco Giochi delle Fate, ma invece no.
Camini, li han chiamati, anche perchè poi sono spesso traforati, hanno buchi, stanze, alcuni addirittura chiese con tanto di affreschi. Tutti dei posti scavati all'interno di questi monumenti naturali, nelle quali genti varie hanno vissuto e prosperato per secoli.
Orbene. Non si poteva esplorare la Cappadocia senza un classicone: il giro in mongolfiera. All'alba, con un freddo belluino. Ma andava fatto. A dir poco indimenticabile e consigliatissimo.
Consiglio anche di dedicare qualche ora ad esplorare a piedi i sentieri (poco segnalati, almeno in inverno, ma se li abbiamo trovati noi, c'è speranza per tutti). Pochi altri posti al mondo ti si incollano ai sogni come questi.
Qualora non ti fossero bastate visioni pedonali e aeree della Cappadocialand, abbiane anche una visione su 4 ruote scoperchiate: anche coi quad ci sono delle soddisfazioni.
Dì di sì al magico volo, daje alle escursioni indimenticabili. E sappi che il giorno successivo avrai 38,3 di febbre.
Ma solo se sei un po' sfigatello/a come la sottoscritta.
E così l'indomani mentre camminavo nel canyon pazzesco della valle di Ilhara mi son detta: mmm sono un po' stanchina, perbacco mi fanno male delle ossa che manco pensavo di avere, toh che bei brividini.
A seguire 2 giorni di tachipirina (che per me che non uso medicine nemmeno sotto tortura è come curarmi col napalm) come condimento dei deliziosi piatti della cucina locale.
Se passi da Goreme, porta il mio saluto a Elmas (il suo nome significa diamante) al ristorante Topdeck Cave. Forse ricorderà che nemmeno la febbre mi ha trattenuta dal pulire i piatti facendo pure la scarpetta.
Tali luoghi incantati sono senza dubbio uno scorcio piuttosto turistico sulla Turchia, me ne rendo conto. E c'è talmente tanto di unico qui, che è forse sbagliato pensare di conoscere un paese visitandone solo le perle. Mi viene da pensare che questa regione sia proprio un universo a parte, è La maestosa provincia delle fate appunto. Magia a profusione, su ogni pennacchio.
Tuttavia, grazie alla relativa calma da bassa stagione, attraversando paesini appena al di fuori dei tracciati consigliati, ho potuto osservare un pezzo di Turchia affascinante nella sua diversità, semplicità. Ancora una volta, mi incanta il mondo perchè è sì, diverso eppure tanto familiare.
Ecco una mia sosia, per dire. Che mastica, per assomigliarmi ancora di più, chiaramente.
Segue della maremma turca.
E più sotto: Dove sta andando la Papera turca ? Su Rieducational Channel.
Per completare il perfetto manuale del turistacappadocio, abbiamo optato per una serata al caravanserraglio più vicino per assistere alla cerimonia dei dervisci rotanti.
Ora.
Ok.
La verità è che ho obbligato il resto della compagnia ad accompagnarmi a vedere i sufi roteare, sfoderando tutte delle mistiche valenze e profondi simbolismi.
Li han messi pure in copertina sulla Lonely, vorrà dir qualcosa, no? Bisogna vederli, punto.
Insomma io tutta emozionata e attenta - che mi basta sentir odore di misticismo, pratiche meditative e oriente e mi discepolizzo in un battibaleno.
Gli altri costretti a NON guardarsi tra loro e a ripetere le tabelline a mente, lungo tutta la durata della cerimonia per non scoppiare a ridere e venire poi dati in pasto ai cammelli.
Diciamo pure che di mistico c'era proprio solo l'idea. La cerimonia era solo interessante, non emozionante come speravo, il contesto era davvero un tantino turistico.
Non ho voluto seguire il consiglio della sempresaggia lonely di vederla a Istanbul, ma vabbeh, non mi pento. Io. Gli altri magari un pochino.
Qui sarebbe stato sufficiente farsi un giro al caravanserraglio (autogrill medievale per mercanti e cammelli di passaggio nella steppa) ma è stata cmq una serata divertente e da ricordare.
C'è da dire poi che i turchi sanno essere accoglienti come pochi altri al mondo. Se un turco tenesse un corso di Gestione del turista, io mi ci iscriverei. Autenticamente gentili e disponibili, da farti dire Sì a qualsiasi proposta. Bravi proprio, mai invadenti, sempre amichevoli e sorridenti, gli si vuol bene in un attimo. Ci siamo sentiti davvero coccolati, quasi in famiglia.
E
insomma, dovessi dare un voto a questa pezzo di mondo, sarebbe un 8 +. Non 10
pieno ma solo perchè mi son cuccata la febbre. Ecccheppalle, non mi
veniva dal '97. Ci tornerei in primavera, ma solo se mi garantissero relativi pochi turisti, come ora. Per dire: già visitare le città sotterranee con le comitive di asiatici è una prova master del corso di sopravvivenza - livello Goonies: non oso immaginare l'effetto Milano San Babila in quei cunicoli affollati in alta stagione. Too Hard.
La febbre da sfigata me
la son portata fino ad Istanbul. Con tanto di collasso sul volo
interno.
C'hai presente quel momento dopo l'atterraggio in cui tutti i
passeggeri sono in piedi accalcati nel corridoio dell'aereo per uscire? Un caldo
tipo Dubai col condizionatore rotto. E io con febbre a 38 che quasi
svengo sui sedili.
Ma solo per rendere il viaggio un pò più avventuroso prima di esplorare Costantinopoli. Dove ho poi lasciato il cuore, e la promessa di tornarci al più presto.
Dovrebbero mettere la papera sulla copertina della Lonely!!
RispondiEliminaProponiamola! ;) Apriamo una petizione: "salviamo la meravigliosa papera turca dall'anonimato, che già si è persa nel bosco, mai na gioia oh"
EliminaChe bel racconto! :-) che compagnia interna hai preso per andare ad Istanbul?
RispondiEliminaGrazie mille ! La compagnia era la Pegasus, ottima esperienza. Mi ricordo un dettaglio mitico. Proiettarono un video indimenticabile per le classiche istruzioni di sicurezza : piloti, hostess e passeggeri erano interpretati da bimbi di pochi anni, divertentissimi e scanzonati nei loro ruoli. Geniale
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