Guarda che Istanbul è un posto pazzesco, un crocevia culturale unico al mondo mi avevan detto.
L'unica città che sta in due continenti. Lei può. Asia e Europa. Shekerate. Millemila epoche diverse ammucchiate con fascino.
Non so se sia stata la febbre - di cappadocica origine, a darmi questa sensazione speciale.
Camminavo per le strade della città, imbottita di tachipirina e mi veniva voglia di perdermi. Costantinopoli fai di me quello che vuoi.
Ad ogni angolo una sorpresa, un segno contraddittorio, inaspettato, magico. Quasi un rituale di ipnosi continuo.
Poi però la febbre è passata, l'ho lasciata sul Bosforo, le ho detto vai và, che ti diverti, dietro ad uno dei centinaia di gabbiani che inseguono il traghetto, au revoir. La febbre se ne è andata, ma la sensazione magica no.
Istanbul mi ha stregata.
In tre giorni ne abbiamo visitato soprattutto le tappe da turista basic.
Moschee, Bazaar e altri must. Tanto per presentarsi e chiarire subito con chi si ha a che fare.
Molto piacere, città con una storia lunga millenni, ora metropoli immensa, mi fai abbastanza girare la testa. Ci vorrebbe un mese per avere un quadro minimamente completo di tutte le tue sfaccettature, altro che tre giorni - quelli bastano giusto per innamorarsi.
Tra l'altro era la mia prima volta in un paese musulmano. Impatto soft ne sono consapevole, ma molto suggestivo. Ho osservato con rispettoso e curioso interesse questa dimensione religiosa che non conosco e mi son portata a casa il desiderio di saperne di più.
Credo che tra i principali complici della mia caduta in amore per Istanbul ci siano i gatti e cani randagi ma non troppo che popolano le vie della città. Sono tutti pasciuti e coccolati, non ne ho visto nemmeno uno denutrito o trascurato. Bella vita i quattrozampe qui.
Sembravano i pacifici custodi di un luogo senza tempo.
Dedicherò prossimamente un post specifico su di loro. Reportage fotografico incluso, as usual.
Ho adorato i Bazaar che sono in sè un monumento storico, un vero labirinto variopinto pieno di tentazioni. Tuttavia non ho potuto dimostrare coi fatti cotanta adorazione e il saldo del mio conto corrente è rimasto sopra la soglia di sopravvivenza, ma solo perchè sono una bionda dentro. E anche un po' scema.
Quando ho tentato di prelevare al bancomat ho inserito il codice italiano e non quello internazionale, previsto dalla mia carta per i prelievi all'estero. Carta ritirata e dipendenza economica da Plettro. Addio shopping turco. Motivo in più per tornare quanto prima in questa magnifica città tentacolare e soddisfare l'astinenza da acquisti.
Plettro ghignava compiaciuto distillando poche lire turche alla volta. Maledetto.
Anche qui a Costantinopoli mi sono distinta per indiscussa capacità di ingurgitare quantità imbarazzanti di cibo. C'ho una reputazione da difendere oh.
Tra i tanti segnalo un posto speciale, nel quale sembra di stare ospiti a casa di amici, il ristorante Klemuri, passaci per gustare variazioni bizzarre della cucina locale, assolutamente da sperimentare.
Confermo i turchi come indiscussi maestri nell' accoglienza: al Retropera Hotel dietro piazza Taksim, siamo stati davvero benissimo. Accoglienza calorosa e premurosa presenza costante dei nostri padroni di casa.
Nel Topkapi, il palazzo del sultano - ho fantasticato su una delle mie precedenti vite nell'harem circondata dai tesori di imbarazzante e inestimabile valore.
Ma certo, ci saremo reincarnati tutti una cinquantina di volte tipo? ecco almeno una a piedi scalzi sui tappeti persiani me la sarò passata no?
Tutta ricoperta di smeraldi come se piovessero dal cielo.
Mi son sentita un po' Jasmine. Aladino non si è visto, probabilmente stava nella grotta piena di tesori sbirluccicanti a contarsi le monetine.
E niente, a 'sti ottomani gli avanzavano l'oro e le pietre preziose. Le incollavano sulle tazze, sugli specchi, sulle bottiglie. Dimmi un utensile a caso: un cucchiaio? Eccotelo d'oro con 38 diamanti sul manico. Un orologio? toh, tutto tempestato di zaffiri e rubini. Vuoi sederti un attimo a riposare? pigliati sto sgabello d'avorio e madreperla.
Esageratissimi.
Il quartiere Cukurcuma è un diverso viaggio nel tempo, diversamente ricco e suggestivo coi suoi straordinari negozi di antiquariato, i murales, la vita lenta.
Al di là dei quartieri segnalati dalle guide, dei monumenti, degli indirizzi che possono servire ad orientarsi, a me qui basta andare a zonzo, anche senza meta, per arricchirmi di immagini uniche.
Mi volto e tàc, qualcosa mi cattura lo sguardo e mi lascia lì a bocca aperta con lo sguardo da gallina ottomana. Poi per forza uno scatta millemila foto. (Tentativo di giustificazione buttato lì tra le righe con una certa nonchalance).
A quanto pare quindi, ho lasciato un pezzo di cuore in questa metropoli.
Ogni posto ha un'anima e con questa ci siamo proprio riconosciute. Che a me le contraddizioni mi han sempre messo a mio agio. E ne è talmente piena lei, che niente, mi son sentita come a casa.
Mancano all'appello un notevole numero di esperienze da farsi a Costantinopoli:
bagno turco (che con la febbre non mi sembrava un'idea proprio furba),
'na lista di ristoranti (che ciao ci potrei stare 6 mesi qua, senza ripassare due volte nello stesso),
un container da riempire di fantasmagorica roba turca (che farsi i bazaar senza 'na lira è violenzavera),
della sana e decantata vita notturna sui grattacieli (che la febbre è una scusa ma la veraverità è che siamo un po' dei nonni).
Si accettano suggerimenti per il prossimo viaggio.
Istanbul, una certezza ce l'ho,
da te, ritornerò.
Zan Zan.
Queste foto sono FANTASTICHE! E' un sacco che voglio andare ad Istanbul e questo post mi ha ispirata ancora di più :)
RispondiEliminaGrazie E. :D vai assolutamente, è una città pazzesca
Eliminaa me Istanbul manca, manca tantissimo
RispondiEliminaappena ne avrò l'occasione dovrò rimediare
Ci hai vissuto Charlie Brown?? raccontaaa
Eliminanooo, scusa, mi sono espresso male :-(
Eliminamanca come posto da visitare
Ah ecco ecco, ti stavo già inviadiando da pazzi ;)
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